RIOLO TERME. La Rocca accessibile e interattiva con “Le erbe di Caterina” e “Caterina 2.0”
Inaugurato sabato 2 ottobre il percorso sensoriale diffuso dedicato a Caterina Sforza e alle erbe officinali. Lanciata anche un’app dedicata ai visitatori della Rocca.
Sabato 2 ottobre si è svolta l’inaugurazione di “Le erbe di Caterina”, un percorso multisensoriale dedicato a Caterina Sforza e alle Erbe officinali, che coinvolge la Rocca di Riolo Terme e il Giardino delle Erbe “Augusto Rinaldi Ceroni” di Casola Valsenio. Obiettivo del progetto, il miglioramento dei percorsi espositivi, culturali e turistici mirati all’inclusione di persone diversamente abili, con particolare attenzione a ipovedenti e non vedenti.
Presenti all’inaugurazione Francesca Merlini (vicesindaca di Riolo Terme), Manuela Rontini (Consigliera Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna), Benedetta Diamanti (Dirigente Settore Cultura, Turismo, Promozione economica e Servizi educativi URF), Francesca Fabbrica e Federica Malavolti (Coop Atlantide).
Nasce così all’interno della Rocca di Riolo Terme un percorso sensoriale di visita arricchito da una sezione dedicata alle erbe officinali e alla figura di Caterina Sforza, esperta conoscitrice delle erbe officinali e spontanee del territorio: un allestimento che si pone come una sorta di appendice del Giardino delle Erbe all’interno del cortile della Rocca. Il percorso espositivo è aperto a tutti e fruibile anche alle persone ipovedenti e non vedenti grazie ai cartellini in braille.
I cartellini di ogni pianta officinale sono inoltre dotati di QR code che permettono ai visitatori di scoprirne caratteristiche e proprietà.
Per l’occasione è stata anche lanciata l’app “Caterina 2.0”, creata per garantire al pubblico una visita interattiva e coinvolgente della Rocca. La voce di Caterina Sforza guida il fruitore da una sala all'altra e, al termine di ogni traccia, il visitatore è invitato a risolvere un piccolo – e facoltativo - enigma per passare nella sala successiva.
Il progetto è stato presentato sulla L. 18/2000 nell'ambito del Progetto "Patter: Patrimonio e Territorio nella Romagna Faentina" ed ha ricevuto il contributo della Regione Emilia-Romagna (ex IBC).