FAENZA. Sant’Antonio Abate, protettore dei ceramisti
Il saluto del sindaco Massimo Isola al ‘mondo’ ceramico.
Il 17 gennaio i ceramisti sono in festa per la celebrazione di Sant'Antonio Abate, padrone del fuoco e protettore degli animali, nel segno di uno stretto connubio tra artigianato e religione, è anche il protettore dei ceramisti e di quanti operano a contatto con il fuoco.
Quest'anno, a causa delle restrizioni sanitarie, a Faenza non sarà possibile alcun evento come accadeva in passato. Massimo Isola, sindaco di Faenza con delega alla cultura, pur non potendo organizzare alcuna ricorrenza in presenza ha voluto inviare un saluto ai ceramisti e a tutti coloro i quali lavorano nel mondo della ceramica che riportiamo qui di seguito:
“Cari ceramisti e amici della ceramica,
domenica 17 gennaio celebriamo anche quest'anno la ricorrenza di Sant'Antonio Abate, patrono del fuoco e dei ceramisti. Per la comunità ceramica faentina questo giorno è sempre stato un mo-mento, essendo a inizio gennaio, nel quale facevamo anche il punto delle attività dell'anno passato e tracciavamo le linee di quello nuovo. Vi scrivo queste poche righe perché, purtroppo, quest'anno non è possibile incontrarci, come facevamo di solito, a causa dell’emergenza sanitaria che ha stravolto le nostre abitudini e il nostro vivere quotidiano. Anche la ceramica ha vissuto un anno com-plesso, a partire dalla chiusura delle botteghe e dei laboratori, i luoghi di produzione, dove ogni giorno la tradizione viene portata avanti, in continuità con il passato ma aprendo all'innovazione e alle contaminazioni con il presente. Anche per i musei e per le scuole che si occupano di ceramica le chiusure legate al Covid-19 hanno avuto impatti molto significativi.
Ci siamo e vi siete fermati per un periodo lungo; questo ha avuto effetti negativi di cui abbiamo già sperimentato la portata e che continueranno nel tempo. Detto questo, appena è stato possibile ri-partire, a Faenza lo abbiamo fatto rimboccandoci le maniche, insieme, guardando al futuro; con ‘Made in Italy 2020’ abbiamo riempito il vuoto di Argillà, portando a Faenza 100 ceramisti italiani che, insieme ai faentini, hanno dato vita ad una mostra-mercato nuova, diversa, apprezzata dal pubblico e che vogliamo riproporre quest’anno. Nonostante le chiusure parziali che stiamo nuova-mente sperimentando a partire da fine ottobre, abbiamo voluto fortemente il Temporary Shop della Ceramica in occasione delle festività natalizie; il progetto è partito anche con una forte va-lenza simbolica, ma abbiamo avuto riscontri davvero positivi da parte del pubblico, ne siamo felici. Abbiamo aperto il Temporary Shop perché ci sembrava giusto esserci, nonostante il periodo, e le persone ci hanno fatto capire che la presenza della ceramica in centro storico nelle feste natalizie è ormai diventata un elemento fondamentale. In questi anni i ceramisti faentini, insieme all'Ente Ceramica Faenza, sono diventati una comunità, e credo che questo sia fondamentale nel momento che stiamo vivendo. Essere comunità non significa andare sempre d'accordo e annullare le indivi-dualità, ma affrontare le sfide riconoscendosi come insieme di individui, riconoscendosi negli stessi valori. In occasione di Sant' Antonio il nostro essere comunità emergeva in maniera forte, e si con-solidava. Quest'anno siamo ‘lontani’, ma vorrei che dedicassimo comunque un pensiero alla nostra comunità ceramica, sapendo che anche il 2021 non sarà un anno semplice ma che vogliamo affron-tare insieme, senza paure, continuando a costruire il presente e il futuro della ceramica di Faenza.
Chiudo con un pensiero a due grandi maestri della ceramica faentina che ci hanno lasciato nel corso del 2020, Gino Geminiani e Ivo Sassi: a noi spetta il compito di portare avanti il loro lavoro, non solo artistico, ma anche "umano", di relazione e di costruzione della nostra comunità cera-mica. Buon Sant'Antonio a tutti”.