Frutti dimenticati
In onore di questi frutti si è costruita, a Casola Valsenio, una festa che ormai è un appuntamento imperdibile: la Festa dei Frutti Dimenticati (terzo fine settimana di ottobre). Un mercatino nuovo dove i banchi brillano di colori e forme insolite.
Un mondo oramai scomparso che la festa casolana riprende anche negli addobbi delle bancarelle o nelle ricostruzioni di vita contadina. Con la collaborazione degli agricoltori locali, interessati al recupero delle piante dimenticate, la festa diventa una vetrina dal sapore antico, in cui si ritrovano anche tutti i prodotti locali tipici della stagione: mele, funghi, vino, castagne, tartufi, miele, conserve e deliziose marmellate preparate artigianalmente. Per queste ultime è stato addirittura ideato un concorso aperto a tutti per la migliore marmellata fatta con i frutti dimenticati.
Tecniche tipiche
I frutti dimenticati sono di casa nelle cucine di molti ristoranti casolani. Fra le ricette a base di questi frutti ricordiamo la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, il savor di giuggiole, la torta di mele selvatiche e i dessert con protagoniste le pere "broccoline" e quelle volpine, con le castagne, l'alkermes, il vino e il formaggio.
Un gruppo di frutti dimenticati serve per comporre un antico piatto tipico, il "Migliaccio", che richiede mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane raffermo grattugiato, canditi, riso e sangue di maiale in aggiunta.
A Casola Valsenio infine i frutti dimenticati trovano un grande aiuto gastronomico nel locale Giardino Officinale, e danno vita a piatti straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melograno, completate dall'olio extravergine Brisighello. Nei menù compaiono i risotti di pere volpine, l'arrosto di arista con castagne e lamponi o il rotolo di vitello al melograno, i dolci autunnali ai frutti dimenticati, la crostata di marmellata di sorbe, le prugne o prugnole ripiene di noci e zabaione, il sorbetto alle corniole.
Origini storiche
Nespola, sorba, pera volpina, mela della rosa, mela cotogna, corbezzolo, corniolo, melograno... nomi che riportano alla memoria di molti sapori e ricordi ormai sopiti e ben noti alle nostre nonne, che da questi frutti spontanei o coltivati in aree marginali sapevano ricavare piatti gustosi e ottime marmellate. Frutti di quelli che si raccoglievano direttamente dalla pianta, nell'orto dietro casa o, meglio ancora, nei boschi intorno. Sapori dell'infanzia, per un pò dimenticati perché battuti sui banchi dei fruttivendoli da coltivazioni più redditizie, salvati dall'estinzione grazie ad un rinnovato interesse nei confronti di tutto quanto si lega alle tradizioni di un certo territorio.