faenza-leonardo da vinci e la natura
A Casa Museo Bendandi una conferenza di Pietro Lenzini
“Leonardo da Vinci e la natura” è il titolo della conferenza di Pietro Lenzini in programma domani – martedì 9 luglio - alle ore 21.00, a Casa Bendandi, in via Manara 17, a Faenza.
L’evento, promosso dall’Osservatorio sismologico Bendandi nella ricorrenza del cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci (1452-1519), è inserito nella programmazione dei “Martedì d’estate”.
Nel corso della serata è anche prevista una degustazione di vini Caviro.
L’artista faentino Pietro Lenzini illustrerà il tema della natura che è stato oggetto del multiforme interesse di Leonardo Vinci.
La conferenza è divisa in due parti, la seconda parte è programmata martedì 16 luglio, con inizio alla stessa ora.
Pietro Lenzini è incisore, pittore, scenografo, scultore, docente ed esperto d’arte e architettura. Dopo avere frequentato la scuola d’Arte per il Mosaico di Ravenna e l’Accademia di Belle Arti di Bologna (sezione incisione), collabora con Luciano De Vita e Luciano Minguzzi per le scenografie del Teatro comunale di Bologna. Nel 1979 ottiene la cattedra di Scenotecnica all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Nel 1986 allestisce la sua prima mostra antologica alla Galleria delle Edizioni del Ponte di Firenze. Nel 1991 tiene una mostra personale a Faenza e, nel 1996, alla Pinacoteca civica di Cento.
Nel 2001 è presente a “Pittura in Romagna. Aspetti e figure del Novecento”, che si tiene nel Palazzo del Ridotto di Cesena. Nel 2007 allestisce una personale presso l’Oratorio di San Sebastiano di Forlì, dal titolo programmatico “Il sacro nel contemporaneo”, e, nel 2011, è invitato alla 54^ edizione della Biennale di Venezia, al Palazzo delle Esposizioni di Torino. Nel 2012 presenta presso la Chiesa di Santa Cristina di Cesena la mostra “Limen”, poi vi esporrà di nuovo nel 2013.
Una raffinata tecnica pittorica, un originario e coltivato gusto scenografico, conoscenza dei grandi temi dell’arte e particolare vocazione all’approfondimento di tematiche mistiche e religiose gli permettono di ambire alla realizzazione di grandi opere da collocare in edifici sacri, accanto a quei maestri del passato verso i quali ha sempre nutrito sensi di affinità ideale.
Sue opere sono, infatti, nel Santuario di Santa Clelia Barbieri a San Giovanni in Persiceto, nella Chiesa del Paradiso a Faenza, nella Chiesa dei SS. Ippolito e Lorenzo a Faenza, nella Collegiata di San Biagio a Cento, nella Chiesa di San Lazzaro a Faenza e, sempre in città, nella Cattedrale.