faenza-botteghe e mestieri nel settecento
Ce li raccontano dai documenti dell’Archivio storico comunale gli studenti della scuola secondaria di primo grado di Sant’Umiltà
Quante botteghe e artigiani operavano nella parrocchia di San Terenzio, a Faenza, nel 1724?
Ce lo dice un piccolo quaderno redatto per la riscossione della tassa del taglione conservato nell’Archivio storico comunale. Il registro documenta le attività artigianali e commerciali delle 23 parrocchie all’epoca esistenti in città e per la sola S. Terenzio annovera ben 47 esercenti, fra droghieri, calzolai, lardaroli, barbieri, speziali e così via. E non mancano attività celebri, come la storica Osteria della Corona e la prestigiosa stamperia degli Archi.
Nell’archivio comunale, depositato presso la locale Sezione di Archivio di Stato, si trova anche un altro registro fiscale del 1795 che documenta le 24 parrocchie di allora. Per San Terenzio, parrocchia che dieci anni più tardi sarebbe stata concentrata nella cattedrale, le attività sono diventate 51: la fanno da padrone ancora droghieri e calzolai, con 10 esercizi ciascuno.
Chi sfogliasse poi le pagine della parrocchia di Santo Stefano si imbatterebbe nella drogheria del cavalier Giuseppe Pistocchi, l’architetto che progettò il nostro splendido teatro comunale.
Di tutto questo e altre cose ancora parleranno gli studenti della scuola secondaria di primo grado Fondazione Marri S. Umiltà, mercoledì 8 maggio, alle ore 9.00, nella Sala Bigari del palazzo municipale di Faenza. I ragazzi, coordinati dalla professoressa Alessandra Scalini, racconteranno i mestieri della Faenza settecentesca con colorati acquerelli, grafici e tabelle, si esibiranno in scenette e si cimenteranno in giochi a quiz.
Questo laboratorio di storia sui documenti d’archivio è stato promosso dal Servizio Archivio e protocollo dell’Unione della Romagna faentina in collaborazione con la Sezione di Archivio di Stato di Faenza, nell’ambito dell’iniziativa regionale “Quante storie nella storia”, manifestazione giunta oramai alla sua XVIII^ edizione.
Il progetto, che ha ricevuto il patrocinio dell’Unione della Romagna faentina e dei comuni di Faenza e di Solarolo, ha avuto inizio nello scorso autunno con l’incontro con i docenti di un paio di istituti scolastici, le scuole secondarie di primo grado Marri S. Umiltà di Faenza e Ungaretti di Solarolo.
Di seguito si sono tenute le visite delle classi alla sezione di Archivio di Stato di Faenza, per fare conoscere agli studenti questo importante istituto culturale e, soprattutto, mostrare loro documenti originali, tratti da fondi archivistici di Faenza e di Solarolo (Comune di Faenza, Brefotrofio di Faenza, Notarile di Solarolo) e, in particolare, i quaderni fiscali settecenteschi per la scuola faentina.
Il lavoro è poi continuato in classe sulle scansioni e trascrizioni dei documenti forniti dal personale dell’Unione e i risultati vengono ora presentati al pubblico nell’ambito della Settimana regionale della didattica e dell’educazione al patrimonio in Archivio.
Per gli studenti di Solarolo è inoltre previsto un ultimo appuntamento, martedì 14 maggio, alle ore 18.00, nella sala consiliare del municipio di Solarolo, dove saranno mostrati loro i documenti sulla costruzione del ponte di Felisio.