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Faenza-la caduta del muro di berlino
Una mostra al Museo del Risorgimento dal 4 marzo al 7 aprile, realizzata dall’Istituto storico della Resistenza di Ravenna e dall’Istituto tecnico Oriani di Faenza
“Quando il cielo era diviso: la caduta del muro di Berlino” è il titolo della mostra che si inaugura lunedì 4 marzo, alle ore 10.00, al Museo del Risorgimento e dell’età contemporanea di Faenza, a Palazzo Laderchi (corso Garibaldi 2).
L’esposizione, dedicata ai trent’anni della caduta del Muro di Berlino, è realizzata dall’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in Ravenna e provincia e dall’Istituto tecnico “Oriani” di Faenza. All’inaugurazione interverranno il dirigente scolastico dell’Istituto “Oriani” Fabio Gramellini, il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi, il vice sindaco e assessore alla cultura Massimo Isola, l’assessore all’istruzione Simona Sangiorgi, la consigliera provinciale con delega in materia di pubblica istruzione Maria Luisa Martinez e la consigliera regionale Manuela Rontini.
Dopo il saluto delle autorità e dei curatori della mostra e del progetto, Luca Bandini e Michele Orlando, seguirà una riflessione sul senso della memoria di questo evento storico.
Sono previste letture degli studenti delle classi quinte dell’Istituto tecnico “Oriani” e le musiche di Eisenach Johann Sebastian Bach.
Eretto nel 1961 il Muro di Berlino sancì la divisione, non solo di una città e di una nazione, ma anche di un intero continente e del mondo tra opposte ideologie.
La mostra, composta di undici pannelli di grande formato, illustra la storia del muro all’interno delle più ampie vicende europee tra il 1945 e il 1989. Ciascun pannello è corredato di ampie didascalie, documenti, cartine e foto d’epoca, e vuole configurarsi come terreno di riflessione e messa in evidenza delle contraddizioni che attraversano le nostre società e che determinano i muri della vergogna: alcuni sono stati distrutti, proprio come il Muro di Berlino. Una frattura destinata a segnare per quasi trent’anni i rapporti tra gli Stati e la vita quotidiana di milioni di persone. Tanto la sua costruzione, quanto la caduta del muro, nel 1989, sono state tra gli eventi fortemente simbolici del XX secolo, un evento che ha decretato la fine di un’epoca, aprendo la strada alla speranza di un futuro di pace e di solidarietà tra i popoli.
Però altri muri sono ancora in piedi, come il muro di Cipro, che dà a Nicosia il triste primato di unica capitale europea ancora divisa da un muro che separa le due comunità principali, la greco-cipriota e la turco-cipriota. Nuovi muri sono stati costruiti e sono in costruzione, come il muro lungo il fiume Evros tra Grecia e Turchia, il muro di Ceuta e Melilla, tra Spagna e Marocco, il muro tra Bulgaria e Turchia. Muri, frontiere invalicabili: tutto questo accade in Europa, ma anche nel resto del mondo. I muri possono assumere forme diverse, simboli di mondi separati, lacerati da nazionalismi, xenofobia, stereotipi sociali e culturali, che rendono impossibili processi di riconoscimento e inclusione.
Da queste riflessioni è partito il progetto dell’Istituto Oriani, vincitore del bando regionale ‘Viaggi attraverso l’Europa’, che ha intitolato “Costruire la pace sui sentieri della memoria” il percorso che a marzo porterà i giovani alunni a calpestare i sentieri della memoria europea con un viaggio d’istruzione a Berlino, tappa fondamentale per la coscienza e la conoscenza della nostra storia.
Dopo gli interventi di apertura della mostra è prevista anche una lezione di Giuseppe Masetti, presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Ravenna, sulla Storia delle Istituzioni e dei trattati europei, riservata ai soli giovani studenti.
La mostra sarà visitabile fino al 7 aprile 2019 negli orari di apertura del Museo del Risorgimento e dell’Età contemporanea: il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00.