FAENZA. Nuove strade intitolate a due sindaci della città
Con l’arrivo di nuove urbanizzazioni, dopo il parere della Commissione consultiva per la toponomastica del Comune di Faenza, la Giunta ha deciso di attribuire nuovi nomi a due vie che attualmente ne sono prive.
Le due strade in oggetto sono la via del nuovo archivio comunale, nella zona della Colombarina, terza strada laterale a sinistra di via San Silvestro, con inizio dalla rotonda adiacente al distributore Conad, che prenderà il nome di via Antonio Zucchini, sindaco di Faenza dal 1920 al 1923.
Nel secondo caso si tratta della prosecuzione di numerazione di una via già esistente, estensione della prima strada laterale a destra di via Giuliano da Maiano. La via è dedicata a Pietro Baldi, sindaco di Faenza nel periodo della ricostruzione post-bellica che pertanto diverrà, ai fini della numerazione, un proseguimento della prima parte.
Infine, la Giunta di Palazzo Manfredi, come già fatto in altri comuni d’Italia, ha deciso di iscrivere, in ottemperanza alle direttive del Ministero dell’Interno, come già fatto in altri comuni d’Italia, le persone senza fissa dimora in via dell’Accoglienza, anche in quanto segno di solidarietà nei loro confronti.
“Sono molto contento -ha detto il sindaco Massimo Isola- che la Commissione toponomastica faentina, nella passata legislatura, abbia deciso per intitolare due nuove strade della nostra città ad altrettanto sindaci, due persone che hanno dedicato parte della loro vita alla crescita e allo sviluppo della comunità. I nomi attribuiti alle vie non sono solo l’occasione per opportunità logistiche urbanistiche, ma il modo per raccontare la storia e l’identità di una città. Una particolarità tipica dell’Europa dove gli spazi pubblici vengono dedicati a cittadini protagonisti della municipalità ma anche l’occasione di costituire una identità condivisa nella quale i cittadini si rivedono. Abbiamo deciso di intitolare le strade -continua il primo cittadino- a sindaci che hanno lavorato durante due importanti momenti storici. La strada del nuovo archivio comunale è dedicata al sindaco Zucchini che ha rappresentato l’ultimo baluardo democratico prima dell’avvento del fascismo. Antonio Zucchini era un avvocato, discendente di un’autorevole famiglia della città, che decise di impegnarsi per il bene comune dedicando tempo e attenzione alla lotta alle disuguaglianze e al tentativo di costruire una comunità che si rifiutasse di interpretare i
linguaggi delle violenze nascenti in quegli anni. Zucchini perse la sua battaglia come tutta la Faenza democratica ma quelle pagine e quegli anni sono stati fondamentali perché rappresentano al meglio i valori di una città che aveva nelle idee di civiltà la sua stella polare. Quindi l’archivio del Comune, il luogo dove è custodita la memoria attraverso gli atti della nostra città, sarà fruibile attraverso una via che porta un nome importante, di un grande sindaco che non si è arreso alla deriva nazionalista e fascista. La seconda via – conclude Isola- ci porta invece in un’altra epoca storica, in piena ricostruzione nel secondo dopoguerra. Il sindaco Baldi è un altro autorevole cittadino che ha dedicato anni al governo di Faenza. Erano momenti difficili ma anche di nuove speranze. Pietro Baldi guidò questo cambiamento sociale ma soprattutto economico e urbanistico. È uno dei volti storici della città e, in un momento come questo, ricordare quella stagione di ‘costruttori’ è un segnale importante. Due sindaci che da oggi trovano, anche nella toponomastica, la giusta collocazione per l’impegno che hanno dato a Faenza”.
Antonio Zucchini, dopo aver svolto una intensa attività nel mondo cattolico, entrò in politica e fu tra i fondatori del Partito Popolare a Faenza. Eletto nel consiglio comunale il 24 ottobre 1920, nella seduta del 6 novembre 1920 fu eletto sindaco portando alla guida dell’amministrazione, per la prima volta, dopo l’Unità d’Italia, i cattolici. Zucchini, nel suo discorso di insediamento pronunciò un memorabile intervento, incentrato sulla lotta alle diseguaglianze sociali e sul miglioramento delle condizioni delle classi più umili e bisognose, del mondo del lavoro e delle campagne. Nelle parole pronunciate da Zucchini al momento dell’insediamento furono forti le considerazioni rivolte al bene pubblico e ai diritti dei cittadini, affermando il Comune non sarebbe stato più al servizio della classe più ricca, ma avrebbe cercato il consenso della massa dei cittadini chiamandoli ad una compartecipazione nell’amministrazione. I concetti nuovi, chiaramente espressi, erano quelli della trasparenza, del rispetto delle leggi e della responsabilità amministrativa. Costretto alle dimissioni nel 1923 dal fascismo, si ritirò a vita privata fino alla fine della guerra. Nel dopoguerra ricoprì anche l’incarico di presidente dell’Istituto autonomo case popolari 2 di Ravenna, dando impulso alla costruzione di alloggi popolari nella provincia.
Pietro Baldi fu eletto primo cittadino nel 1951. Nel corso del suo mandato, la Giunta guidata da Baldi fu attiva soprattutto nel settore dei lavori pubblici, attenta alla disoccupazione e alla carenza di case per i senzatetto. Nel 1955 giunsero a compimento importanti opere pubbliche come la ricostruzione della Torre dell’orologio, l’apertura della stazione delle autocorriere in viale delle Ceramiche, furono inaugurati sei nuovi edifici scolastici (Pergola, San Pier Laguna, Albereto, San Giovannino, San Biagio e via Marini) e promosse opere di urbanizzazione come strade, fognature e acquedotto nella zona di via Romualdi e via Marozza, per un totale di cento appartamenti, e un intero quartiere tra l’ex foro Boario e la ferrovia, prolungando via Laghi con le strade parallele e traverse.
Nella foto: il nuovo archivio comunale, che si trova nella via che verrà intitolata al sindaco Zucchini.