FAENZA. Il Comune si costituirà parte civile nel processo per il femminicidio di Ilenia Fabbri
Lo è stato reso noto questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella Sala Gialla della residenza municipale di Palazzo Manfredi alla quale hanno partecipato l’assessora alle Pari opportunità Milena Barzaglia, l’avvocata incaricata dal Comune di Faenza, Elena Bianconcini, la presidentessa di Sos Donna Faenza, Antonella Oriani e l’avvocata dell’associazione, Barbara Liverani.
La decisione di costituirsi parte civile, che avverrà nel momento in cui le indagini saranno terminate, nel caso in cui la Procura di Ravenna dovesse rinviare a giudizio i due indagati, è stata assunta nel corso dell’ultima riunione di Giunta di Palazzo Manfredi.
“Abbiamo deciso di costituirci parte civile -ha detto l’assessora Barzaglia- non per una ragione simbolica ma consapevoli che schierarci al fianco di Ilenia Fabbri, vittima di femminicidio, contribuirà a dare forza a una battaglia che deve essere della città a supporto di tutte le vittime di violenza, anche con queste azioni dirette. Lo facciamo per Ilenia Fabbri ma anche per diffondere ancor di più la cultura del rispetto e per dimostrare che l’amministrazione è vicina alle vittime. Non solo non minimizziamo la violenza di genere ma siamo pronti a sostenere le vittime davanti ai tribunali. Questa iniziativa -ha concluso l’assessora- non è l’unica azione contro la lotta alla violenza sulle donne ma fa parte di un percorso, assicurando che i progetti, su questi temi, nei prossimi anni saranno ancora maggiori. Chiudo sostenendo con forza che nella città di Faenza le donne non sono sole e soprattutto che a Faenza non c’è spazio per alcun tipo di violenza”.
“L’incarico che mi verrà a breve conferito – ha sottolineato invece l’avvocata Elena Bianconcini- è finalizzato a far assumere al Comune un ruolo attivo nel procedimento che attualmente è pendente in indagine. L’intento del Comune è di non rimanere un mero osservatore ma di portare la propria voce, chiara e forte, dando conto di una riprovazione di questo tragico episodio che lede i principi e i valori dei quali il Comune si fa promotore. Il reato in sé non lede solo la sfera personale della vittima ma anche la dimensione pubblica e quindi vede come vittima anche la comunità rappresentata dal Comune, quale garante del libero svolgimento della vita personale, della dignità, della famiglia, delle pari opportunità e del quieto vivere in un ambiente dove i singoli e la comunità tutta si debbano sentire protetti. Questo fatto di sangue lede però anche i princìpi della Costituzione per determinazione statutaria del Comune stesso perché l’ente pubblico si è fatto parte attiva di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. Non possiamo infine dimenticare l’eco mediatico che la vicenda ha avuto: il fatto di sangue che ha visto come vittima Ilenia Fabbri per la città sta comportando un grosso danno d’immagine. Non appena il magistrato eserciterà l’azione penale e quindi se gli indagati assumeranno lo status di imputati a quel punto presenteremo le istanze di costituzione di parte civile chiedendo, oltre alla punizione del o dei responsabili, anche il risarcimento dei danni conseguiti”.
“E’ la prima volta che la nostra associazione -ha detto Antonella Oriani, presidentessa del Centro antiviolenza Sos Donna Faenza- si costituisce parte civile in un processo penale per un omicidio nei confronti di una donna, proprio perché, sin dalla nostra nascita, avvenuta nel 1994, non era mai avvenuto un episodio di sangue nel faentino. Nel processo penale stare dalla parte delle vittime vuol dire ribadire che l’omicidio di una donna per mano di un uomo non sia solo un fatto delittuoso contro una persona ma contro tutta l’umanità e mina l’autodeterminazione e la libertà delle donne. Ilenia, secondo il nostro punto di vista, è stata uccisa dall’arroganza di un uomo, non in seguito a un raptus. Malgrado la nostra regione sia una di quelle con il numero più alto di presidi a tutela delle donne, chiediamo alle istituzioni interventi incisivi nei confronti di chi agisce con la violenza ma anche con azioni culturali sulla violenza di genere, ancora poco riconosciuta. Per quel che ci riguarda, la costituzione di parte civile assume una valenza sociale, dove il risarcimento non sarà in termini economici ma anche simbolici”.
Dal primo gennaio 112 sono state le donne che si sono rivolte a Sos Donna e Servizio Fenice, 28 provenivano da situazioni prese in carico dall’anno precedente. Nel 2020, le donne accolte furono 199, di queste 16 ospitate nelle case protette.
“Se verremo ammessi al processo che probabilmente verrà istruito -ha detto infine Barbara Liverani, avvocata e volontaria di Sos Donna Faenza- saremo presenti al dibattimento e quindi potremo intervenire attivamente. Questo comporterà che potremo avere una lista testi e partecipare all’istruttoria dibattimentale. Ovvio che il risarcimento richiesto sarà simbolico, per dimostrare che in un caso del genere non solo è stata violata la vita di una donna ma anche che Ilenia subiva violenza sin da prima”.