FAENZA. Colonia di Castel Raniero, in arrivo da Roma un finanziamento di oltre 3 milioni e 700mila euro
Il progetto di recupero è stato inserito nel Piano strategico del MiBACT che individua beni o siti di eccezionale interesse culturale e paesaggistico di rilevanza nazionale.
Un finanziamento di tre milioni e settecentomila euro per il recupero dell’ex Colonia di Castel Raniero, inserito dal Ministero per i Beni Culturali e le attività culturali nel Piano Strategico 2020 che individua beni o siti di eccezionale interesse culturale e paesaggistico e di rilevanza nazionale per i quali sia necessario e urgente realizzare interventi organici di tutela, riqualificazione, valorizzazione e promozione culturale, anche a fini turistici.
La notizia “bomba” per la città di Faenza è arrivata nel tardo pomeriggio di oggi, durante la riunione della Conferenza Unica di confronto fra Stato, Regioni ed Enti locali che ha approvato le risorse aggiuntive, 25 milioni in totale, per i grandi progetti legati ai beni culturali nazionali di cui al decreto legge 104/2020.
Come noto, il recupero di uno dei luoghi simbolo della città, per l’appunto la Colonia di Castel Raniero, una volta monumento ai caduti poi diventato luogo dedicato ai bambini che lì trascorrevano le vacanze estive, è da anni tema di confronto e di dibattito pubblico. Di proprietà dell’Asp della Romagna faentina, dopo alcuni progetti di recupero con l’interessamento anche di privati, la situazione aveva subìto uno stallo che però non ha mai scoraggiato i tanti che hanno a cuore la Colonia e la sua storia.
Diverse sono state infatti le iniziative da parte dell’amministrazione comunale precedente, dei rappresentanti istituzionali locali e dell’associazionismo, per imprimere un’accelerazione al recupero dell’immobile e al reperimento di risorse, compreso una interrogazione parlamentare, un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale e una lettera ad hoc spedita direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro Dario Franceschini. Una pressione che ha raccolto i primi frutti nel gennaio scorso quando il Ministro dei Beni Culturali fece un sopralluogo per vedere di persona lo stato dell’immobile, rimanendone particolarmente colpito.
“Una splendida notizia per Faenza e l’intera Emilia-Romagna - è il commento del presidente della Regione Stefano Bonaccini - Il restauro dell’ex Colonia di Castel Raniero a cui abbiamo dato il via libera oggi in Conferenza Stato-Regioni premia un territorio che ha saputo unirsi a sostegno di un progetto importante, relativo a un luogo amato, di grande importanza e valore storico, non a caso inserito dal FAI nei suoi ‘Luoghi del cuore’. Un bene architettonico di valenza anche ambientale e paesaggistica, bene comune per il quale le istituzioni e tutta la comunità si sono battuti e che voglio ringraziare, così come ringrazio il Governo e, in particolare, il ministro dei Beni culturali. Lavorare insieme continua a essere la strada giusta, quella che nella nostra regione intendiamo continuare a percorrere, soprattutto in questa fase durissima dalla quale, ne sono certo, usciremo facendo squadra”.
“Sono felice ed anche emozionato per questa straordinaria notizia -dice il sindaco di Faenza, Massimo Isola- frutto di un lungo e importante lavoro fatto dagli amministratori delle passate Giunte, dal mondo dell’associazionismo e di tanti altri soggetti che hanno creduto in questo progetto. Si tratta infatti di un lavoro di squadra che ha rimesso al centro dell’attenzione l’ex Colonia come bene comune e opportunità per la comunità. La Colonia di Castel Raniero è allo stesso tempo un contenitore storico e culturale prezioso e un luogo dell’anima e dell’identità della nostra città, al quale i faentini sono legati da ricordi ed emozioni personali. Ringrazio il ministro Franceschini che a gennaio ha visitato quello spazio promettendoci una mano. Devo ringraziare il governatore Stefano Bonaccini, il presidente della Provincia, Michele De Pascale che oggi, nella conferenza Unificata hanno approvato il Decreto e ci hanno affiancato in questo percorso. Un grande grazie deve andare poi alla consigliera regionale Manuela Rontini e il senatore Stefano Collina. Ora ci metteremo al lavoro per coinvolgere tanti soggetti e costruire proposte, individuando il modo migliore per mettere a valore le risorse assegnateci e ridare a Faenza uno dei suoi simboli più cari”.
“Una bellissima notizia! - esordisce a caldo una felicissima Manuela Rontini, consigliera regionale e promotrice insieme all’ex sindaco Giovanni Malpezzi e al Movimento 5 Stelle di una lettera al Presidente del Consiglio Conte e al Ministro Franceschini proprio per segnalare il caso della ex Colonia di Castel Raniero - Quando, durante la campagna elettorale per le regionali, invitai e poi accompagnai il Ministro Franceschini a visitare la Colonia, credo di averci visto giusto: ero certa che anche lui si sarebbe innamorato di un bene comune che è nel cuore di tanti faentini. Lo ringrazio davvero, a nome di tutte le persone con cui abbiamo lavorato in questi mesi per arrivare al risultato: oggi è una bella giornata per la nostra città!”
Per l’assessore Massimo Bosi, in rappresentanza del Movimento 5 Stelle di Faenza “siamo particolarmente felici per aver contribuito a quelle sollecitazioni a livello locale e parlamentare che hanno stimolato e dato avvio al percorso che si è rivelato decisivo. Ora il nostro compito sarà quello di continuare a coinvolgere tutto coloro che in questi anni si sono dedicati con tanta passione alla causa della Colonia e vederla finalmente tornata al suo splendore”.
La Colonia di Castel Raniero
Il complesso, costituito da un edificio monumentale in stile Liberty e dal parco di sette ettari che lo circonda, ha origine nel 1922, data in cui la municipalità faentina deliberò la costruzione di un monumento ai Caduti della Prima Guerra mondiale. Grazie all’iniziativa di raccolta fondi di un Comitato che raggruppava le locali associazioni di mutilati e reduci (in cui entrò anche il Comune di Faenza che stanziò la non trascurabile somma di 50mila lire, precedentemente destinati alla costruzione del monumento ai caduti della Grande Guerra), nel 1925 nacque l’idea di creare un monumento in grado di svolgere anche una preziosa opera di pubblica utilità. Da qui la scelta di costruire una colonia elioterapica per i bimbi “bisognosi di sole e di luce”, quindi gli “scrofolosi e i pellagrosi” e tutti i vari malnutriti dell'epoca, in particolare per gli orfani di guerra, presenti in gran numero nella comunità di allora.
Il progetto venne affidato al giovane ingegnere comunale Giovanni Antenore che nel 1928 elaborò la stesura definitiva, che associava materiali moderni e funzionali (mattoni industriali e cemento armato) con un disegno classico riesumante echi ravennati-bizantini, soprattutto nella torretta centrale con elegante altana a loggette. Anche le dimensioni sono monumentali: 44 m in lunghezza per 18 in larghezza per 27 di altezza. Le enormi camerate interne avevano una capacità di 120 posti letto. Completata l’opera, l’inaugurazione avvenne nel 1935.
Nel 1944 vi furono trasferiti quasi tutti i reparti dell'Ospedale Civile di Faenza che, dopo i bombardamenti di maggio, era divenuto oltremodo insicuro. Ancora oggi, come raccontato da testimoni dell’epoca, vi è chi si reca a rendere omaggio a questo luogo perché vi è nato o ricoverato e curato durante quegli anni terribili. Anche da questi fatti si percepisce il ‘debito di riconoscenza’ che la comunità locale nutre nei confronti di questo edificio, il quale, oltre al ruolo sociale come colonia estiva per bambini, svolse anche il compito di salvare vite umane in quel doloroso 1944. Dagli anni Sessanta l’edificio riprese la sua funzione di colonia estiva per bambini che durò fino agli anni Ottanta, quando la struttura fu dichiarata inagibile.