Inaugura il nuovo Museo Geologico del Monticino
BRISIGHELLA. Sabato 12 maggio, alle ore 16, inaugura il nuovo museo all'aperto dedicato alla geologia.
L’ex-cava del Monticino, acquisita dal Comune di Brisighella dalla ditta Gessi del Lago d’Iseo S.p.A. e allestita nel 2006 come museo geologico all’aperto con finanziamenti della Regione Emilia-Romagna è divenuta il Museo geologico all’aperto del Monticino. Il Museo ricade in zona B del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola e la gestione è stata affidata, da parte del Comune di Brisighella, all’Ente Parco.
L'inaugurazione è fissata per sabato 12 maggio alle ore 16.
Il contesto territoriale ha restituito significativi ritrovamenti di fossili, rinvenuti negli interstrati argillosi, che comprendono varie decine di specie di vertebrati vissuti 5 milioni di anni fa. Si tratta dei resti paleontologi di circa sessanta specie (tra le quali almeno 5 specie nuove per la Scienza), ripartite in una quarantina di mammiferi ed una ventina tra anfibi e rettili. Colpisce il gran numero di forme esotiche, confrontabili soprattutto con quelle degli attuali paesi tropicali o subtropicali: rettili quali coccodrillo, varano o boa delle sabbie e mammiferi come scimmia, oritteropo, tasso del miele, rinoceronte, mastodonte, antilope o iena.
Nel nuovo museo è presente la costruzione di una sezione stratigrafica, realizzata come bassorilievi con le repliche dei fossili trovati nei giacimenti miocenici (ossa di rettili e mammiferi) e pliocenici (molluschi) applicate alla struttura, in modo da darle tridimensionalità e realismo.
La vera novità, infine, consiste nel potenziamento dell’offerta didattica rappresentato da un grande diorama all’aperto, con la fauna del Messiniano, comprendente le repliche a grandezza naturale di alcuni dei più fantastici e caratteristici animali i cui resti fossili sono stati rinvenuti al Monticino: Gomphoteriidae, una sorta di mammuth tropicale, simile al mastodonte pliocenico; Stephanorhinus, un massiccio rinoceronte bicorne preistorico; Mesopithecus, piccola scimmia della sottofamiglia dei Colobini; Orycteropus, simile all'attuale oritteropo africano; Crocodilia, simile all’attuale coccodrillo del Nilo; Thalassyctis, grosso ienide estinto di taglia confrontabile con quella dell'attuale iena maculata; Hippotherium, antenato tridattilo del cavallo.
Il recupero ambientale di questa ex cava, un tempo adibita all’estrazione del gesso, ha inoltre reso visibile e maggiormente fruibile, attraverso una mirata sistemazione dei luoghi e numerosi pannelli didattici posti lungo un percorso predefinito, un tesoro geo-naturalistico che costituisce un sicuro riferimento per la comunità geologica internazionale.
Questo particolarissimo museo all’aperto, permette di osservare le splendide sezioni geologiche e gli affioramenti di roccia che l’attività estrattiva ha lasciato in eredità e che raccontano eventi di milioni di anni fa quando la catena montuosa degli Appennini emerse dal mare.
I sentieri attrezzati consentono di avvicinare, in piena sicurezza, le diverse sezioni rocciose e di comprendere le trasformazioni avvenute nell’ambiente e nel paesaggio. Per offrire una nuova opportunità di visita del museo a chi, altrimenti, avrebbe difficoltà a fruirne in libertà e autonomia è stato realizzato un percorso guidato per non vedenti, di 50 metri di lunghezza. Il percorso è realizzato a partire dall’accesso basso del museo geologico e fino alla parete centrale che mostra la discordanza angolare, ovvero al nucleo del museo stesso.